BATTIPAGLIA: “Motta non diffamò Brunello Di Cunzolo”: è questa la motivazione del GIP di Salerno nel disporre l’archiviazione a favore dell’acerrimo nemico del responsabile politico della coalizione della sindaca Cecilia Francese. Gerardo Motta, assistito dall’avvocato Orazio Tedesco, si è dovuto difendere dopo la denuncia alla Procura della Repubblica dall’architetto Di Cunzolo. Quest’ultimo, lamentava che in una seduta del Consiglio Comunale l’avesse diffamato. Il fatto. Motta, appena dopo il sequestro preventivo della lottizzazione edilizia progettata da Di Cunzolo in località Santa Lucia, in Battipaglia, dichiarò: ”le persone che destabilizzano questo paese sono questi professoroni che si atteggiano a grandi urbanisti, che vogliono mettere il righello sotto braccio a tutti, che quando una cosa la sostengono loro è oro colato e siccome poi non sanno come fare per difendere gli interessi di chi li paga….” Basta andare all’ufficio urbanistica e vedere i sequestri che ci sono su tutta una serie di cose fatte dallo stesso personaggio, il quale viene e vuole dare lezioni di moralità…. è che noi dobbiamo sempre stabilire, chi sono i casalesi, chi sta con i casalesi e chi ha portato la camorra in questa città….i delinquenti di questa città, sappiamo chi sono, li conosciamo tutti, i famosi colletti bianchi….poi puntualmente quando accadono le cose sono sempre gli stessi coinvolti in tutte le operazioni” e “visti i risultati io all’architetto Di Cunzolo non affiderei nemmeno il progetto per la cuccia di un cane”. Esternazioni che, secondo la Procura della Repubblica non sarebbero state idonee ad integrare alcun reato da parte di Motta, pertanto, il Pubblico Ministero procedente richiese al Giudice delle Indagini Preliminari l’archiviazione. Ma il querelante, l’architetto Brunello Di Cunzolo, non concorde si oppose. Il GIP, dottor Berni Canani, in Camera di Consiglio ha evidenziando che “trattasi di fattispecie potenzialmente diffamatoria, scriminata però, dall’esimente esercizio del diritto di critica politica.
La Suprema Corte ha altresì più volte sottolineato che in tema di diffamazione, l’esimente dell’esercizio di critica politica, che pure tollera l’uso di espressioni forti e toni aspri, ove tali espressioni non siano generiche e siano invece collegabili a specifici episodi, non risolvendosi in frasi gratuitamente espressive di sentimenti ostili, rimuove l’antigiuridicità del delitto pur perfetto in ogni suo elemento strutturale. Nella fattispecie, questo Giudice, ritiene che le prime due espressioni – pur dal tono poco misurato – siano per lo più contenute e non lesive dell’altrui reputazione e che le espressioni su indicate e riportate, (visti i risultati, io all’architetto Di Cunzolo non affiderei nemmeno il progetto per la cuccia di un cane) pur potenzialmente lesiva del diritto alla reputazione, sia stato di fatto scriminata dall’esercizio del diritto costituzionale alla critica politica, in quanto resa da un consigliere comunale, che aveva all’ordine del giorno proprio il sequestro su un’opera edilizia progettata dal Di Cunzolo, non essendo, per ciò, solo gratuita e slegata dal contesto, ma semmai ancorata ad un argomento di intenso rilievo politico per la comunità di Battipaglia”.