Botta e risposta tra la sindaca e i sette dissidenti. Alla conferenza stampa di stasera ha partecipato anche l’ex assessore Giuseppe Provenza, per spiegare che mai nessun ricatto è stato posto in essere nei confronti di chicchessia. All’unisono: “noi siamo stati eletti in maggioranza e in maggioranza rimaniamo”. Valerio Longo, Gerardo Zaccaria, Angelo Cappelli, Giuseppe Salvatore, Giuseppe Provenza, Roberto Cappuccio, Francesco Marino e Isidoro Amendola: un gruppo compatto, che nei prossimi giorni insisterà in Consiglio Comunale per integrare le linee programmatiche del documento non condiviso da Cecilia Francese. Non v’è dubbio che il primo cittadino debba riconoscere di essere diventato un sindaco di minoranza in quanto il suo destino politico è nelle mani della neo maggioranza che di fatto oramai si è determinata. 7 dissidenti di maggioranza, più il critico di sempre Antonio Sagarese, che sommati ai 5 dell’opposizione storica, originaria; a questo punto, la Francese può contare, se non ci saranno altri mal di pancia, su 11 consiglieri dei 24 eletti. Sarà necessario, per evitare le elezioni anticipate, una verifica politica di maggioranza, con l’azzeramento di tutti gli assessori dopo la cacciata di Provenza di Forza Italia. Non va dimenticato, inoltre, il cristallizzato dissenso di Fernando Zara, le dimissioni dell’ex coordinatore Brunello Di Cunzolo, le dimissioni dell’assessore alla bellezza Marco Onnembo e la dichiarazione di indipendenza del capogruppo di Etica del Buon Governo Roberto Cappuccio. Sul tavolo della sindaca ci sono molte patate bollenti: a partire dall’azzeramento dell’esecutivo al problema dell’organizzazione dello sciopero generale contro l’insediamento dell’impianto di compostaggio.