Ai tre arrestati per l’incidente alla funivia del Mottarono sono contestati fatti di “straordinaria gravità” per la loro “deliberata volontà” di bloccare i freni di emergenza “per ragione di carattere economico e in assoluto spregio delle più basilari regole di sicurezza”. Lo scrive la Procura di Verbania nel decreto di fermo dei tre, sottolineando il capo servizio della funivia, “ha ammesso di avere deliberatamente e ripetutamente inserito i dispositivi blocca freni (forchettoni), disattivando il sistema frenante di emergenza”, mentre il direttore di esercizio e l’amministratore locale non hanno agito “per consentire i necessari interventi di manutenzione”. Parla con la zia Aya e si guarda intorno il piccolo Eitan, il bambino unico sopravvissuto all’incidente della funivia del Mottarone. Lo rendono noto i sanitari dell’ospedale infantile Regina Margherita di Torino, dove è ricoverato. In Israele i funerali dei genitori e del fratellino. Nel primo pomeriggio a Varese quelli di altre due delle 14 vittime.Sono stati fissati invece per sabato mattina gli interrogatori di convalida dei tre fermati per l’incidente della funivia del Mottarone. Luigi Nerini, proprietario di Ferrovie del Mottarone, il direttore dell’esercizio Enrico Perocchio e il capo servizio Gabriele Tadini compariranno davanti al gip Donatella Banci Buonamici, che è anche presidente dell’ufficio. Il giudice si recherà alle 9 nel carcere della cittadina sulla sponda piemontese del Lago Maggiore e comincerà con Tadini. Dovrà decidere sulla richiesta di convalida del fermo e di arresto avanzata dalla Procura.