“Si sono svolte nel mese di dicembre le elezioni per il nuovo consiglio provinciale di Salerno. A suffragio ristretto, oltre 2000 rappresentanti locali (sindaci e consiglieri) della provincia si sono riuniti per eleggere ben 16 consiglieri provinciali.
Sono rimasta estremamente sorpresa quando, a seguito dello spoglio, un dato allarmante è emerso. Dei 16 consiglieri solo 2 eletti sono donne: Filomena Rosamilia e Sonia Alfano.
Secondo Statisticheitalia.it, la provincia di Salerno conta 1.104.731 abitanti di cui il 51% della popolazione è composto da donne. Eppure, nel consiglio provinciale, in seguito a queste elezioni le donne rappresentate sono poco più dell’11%. Questi dati sono lo specchio di una proporzione sbilanciata anche a livello nazionale, dove solo un terzo dei membri del Parlamento sono donne.
Com’è possibile, dunque, che ancora oggi, uomini e donne tendano a non eleggere donne in politica?
Contrariamente alle elezioni politiche ed amministrative, le elezioni dei consigli provinciali sono indirette (sindaci e consiglieri della provincia eleggono i propri rappresentanti provinciali) e non sono previste quote rosa. Quote rosa che, negli anni hanno suscitato vari dibattiti sulla loro utilità, al punto che Virginia Raggi e Daniela Santanchè le definirono “offensive”. Nonostante il bisogno di ricorrere a quote per garantire una rappresentanza femminile accettabile possa risultare frustrante, e nonostante sia indubbio che il riequilibrare la rappresentanza di genere necessiti d’interventi olistici in vari ambiti della società, l’esempio del salernitano dimostra quanto oggi giorno sia ancora necessario aver bisogno di misure ad hoc per garantire un’equa rappresentanza alla cittadinanza. Le politiche pubbliche orientano e cambiano le abitudini degli individui e necessitano di tempo e di un forte sponsorship da parte dei leader per apportare cambiamenti culturali.
Mi auguro che il Consiglio provinciale di Salerno, così come le altre assemblee ed istituzioni che hanno avuto risultati simili, si impegnino per sanare questi dislivelli. Vi saranno nuove elezioni nel 2022, dal Presidente del Consiglio provinciale a quello di uffici più alti nella nostra Repubblica: vi è sempre un momento ed un modo per riparare”.