Bar, pub ed esercizi commerciali per intrattenimento: arrivano i controlli sulle emissioni acustiche. Saranno una ventina le attività di pubblico esercizio, in particolar modo quelli che nelle ore serali allietano i propri clienti con la musica, a dover superare i controlli fonometrici. L’area tecnica, infatti, a seguito di una pioggia di esposti ha stanziato circa 5mila euro, conferendo incarico all’Arpac, per sanzionare chi supera i decibel consentiti dalle norme vigenti in materia. Il problema non sarà di poco conto, considerato, che la maggior parte delle attività musicali vengono fatte in locali non insonorizzati e in palazzi dove abitano molti condomini che lamentano molestie costanti nel corso delle serate organizzate. Controlli strumentali delle emissioni acustiche sulla scorta dei quali, laddove venissero accertati degli sforamenti dei decibel ammessi, il Comune potrebbe adottare provvedimenti drastici, elevando salate sanzioni e decretando, in casi estremi, finanche la sospensione delle attività finite nel mirino. Una battaglia ingaggiata fin dal 27 ottobre scorso, quando la sindaca Cecilia Francese firmò un’ordinanza per la limitazione delle emissioni acustiche e sonore nel centro urbano specificatamente per il periodo compreso tra ottobre e maggio. Gli esercenti desiderosi d’organizzare serate al chiuso avrebbero dovuto depositare una valutazione previsionale d’impatto acustico, redatta da un tecnico abilitato, di lì a 30 giorni. E lo stesso diktat imponeva (sempre per le attività al chiuso) l’obbligo di non oltrepassare i 60 decibel in orario diurno e i 50 in notturna.