Tabacchificio, esplode la polemica sulla mancata ristrutturazione e messa in sicurezza dopo il servizio giornalistico di www.battipaglia1929.it. L’ex assessore Davide Bruno accusa: ”persi incomprensibilmente 30 milioni di euro di finanziamenti pubblici per un progetto di riqualificazione convenuto con l’Università di Salerno”. Nel frattempo oggi con l’assenza d’interventi c’è il concreto rischio che il complesso ex Ati possa cadere a pezzi (https://www.battipaglia1929.it/2024/08/14/battipaglia-fotoreportage-lex-tabacchificio-costato-ai-cittadini-7-miliardi-di-vecchie-lire-rischia-di-cadere-a-pezzi-vedi-immagini/). “Nel 2020 da assessore allo sviluppo urbano – spiega Davide Bruno – impostai il percorso di recupero e valorizzazione dell’ ex tabacchificio di via R. Jemma attraverso un accordo di collaborazione con il dipartimento di ingegneria meccanica dell’università degli studi di Salerno”. Questo accordo prevedeva l’ adeguamento sismico e messa in sicurezza; adeguamento energetic; progetti di fattibilità per il trasferimento tecnologico nell’agroindustria, internazionalizzazione della filiera agroalimentare, intelligenza artificiale per la trasformazione dei prodotti alimentare. Intesa poi approvata dall’amministrazione comunale con una delibera di giunta e ratificata con la sottoscrizione tra il sindaco e il presidente del dipartimento dell’Università. “L’università di Salerno in 24 mesi a costo zero avrebbe realizzato – spiega Davide Bruno – lo studio di vulnerabilità sismica e di efficientamento energetico e poi in una seconda fase coinvolgendo il general contractor di un’importante società di proprietà statale si sarebbe proceduto a realizzare la ristrutturazione di tutto il complesso dell’ex tabacchificio con i vantaggi del sisma bonus. Il comune di Battipaglia avrebbe conservato due edifici mentre gli altri sarebbero stati destinati alle attività dell’università e di valorizzazione della vocazione del territorio. Un’operazione a costo zero per il comune di Battipaglia che grazie alla sinergia con l’università e le partecipazioni statali avrebbe compiuto un’operazione di recupero storico e architettonico da 30 milioni di euro senza spendere un euro ( la stima per la ristrutturazione di un singolo edificio è di circa 6 milioni). Sarebbe stata – tuona Davide Bruno – la più grande Operazione di valorizzazione urbana conservando funzioni pubbliche in una zona nevralgica tra l’ autostrada e la statale 18. Purtroppo in maniera inspiegabile l’attuale sindaca non ha portato avanti un percorso fatto e che avrebbe portato solo benefici. Un’occasione mancata – conclude Bruno -, l’ennesima che non tornerà più, aumentando il rammarico per l’opportunità persa e per un ceto politico che non pensa allo sviluppo del territorio”.