Cannalonga – Un nuovo colpo inferto alla tutela ambientale del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. I militari del Reparto Carabinieri del Parco, in stretta collaborazione con la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vallo della Lucania, hanno posto sotto sequestro preventivo un’area di circa 3.300 metri quadrati, trasformata in un sito abusivo per il deposito di rifiuti. Il blitz è avvenuto nel comune di Cannalonga, in una zona di particolare pregio naturalistico, rientrante nella perimetrazione definitiva del Parco.
L’indagine, condotta per mesi con l’obiettivo di prevenire e reprimere le violazioni ambientali e paesaggistiche, ha portato alla luce gravi irregolarità. Una ditta operante nel settore dell’edilizia e specializzata in scavi e movimentazione di terre è finita sotto la lente degli inquirenti per aver omesso le procedure obbligatorie previste dal Testo Unico Ambientale (D. Lgs. 152/2006) e dal Regolamento DPR 120/2017, che disciplinano la gestione di terre e rocce da scavo. La recente movimentazione e prelievo di materiali dal sito, scoperti senza le dovute autorizzazioni, hanno reso necessario l’immediato intervento delle autorità.
Gli agenti hanno accertato che le terre e le rocce, mischiate a terreno vegetale, erano gestite senza le prescritte analisi di laboratorio, come il test di cessione, fondamentale per valutare l’eventuale presenza di sostanze pericolose. Questo ha fatto scattare l’accusa di gestione illecita di rifiuti, che ha portato il titolare dell’impresa a essere deferito all’Autorità Giudiziaria.