A dieci anni dalla scomparsa di Paolo Signorino, un volume dal titolo “Opere in comune” ne ripercorre l’esperienza artistica e il legame viscerale con il territorio campano. Nato a Battipaglia, salernitano d’adozione, con il cuore rivolto alla Costiera Amalfitana, Signorino viene ricordato in un’opera curata da Stefania Zuliani e Alberto Landi, su iniziativa della sorella Anna, docente e custode della sua memoria.
Il libro, presentato in un incontro istituzionale e accademico, si configura come un attraversamento della produzione di Signorino: pittura, incisione, ceramica, tutto espressione di una riflessione estetica radicata nei luoghi, da Minori a Ravello. Gli interventi di studiosi e testimoni – tra cui Ada Patrizia Fiorillo (Università di Ferrara), la giornalista Erminia Pellecchia e Alfonso Andria, Presidente del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali – hanno delineato il profilo di un artista appartato, ma profondamente influente nel tessuto culturale locale.
Coordinato dal giornalista Nello Palumbo, l’incontro ha restituito una figura complessa, al confine tra dimensione intima e impegno pubblico. Non un semplice ricordo, ma un tentativo di restituzione critica, che si affianca alla mostra allestita nove anni fa presso la Pinacoteca Provinciale e poi a Villa Rufolo. Un omaggio sobrio, ma denso di significato.