Oggi la seconda giornata di Salerno letteratura. L’evento partirà alle ore 18:30 presso la Chiesa dell’Addolorata, on un incontro che vedrà protagonista Giovanna Pancheri, autrice di Rinascita americana (Sem) e Francesco Costa, autore di Una storia americana (Mondadori).
Alle 19.45 a Largo Barbuti appuntamento con Marisa Laurito, autrice di Una vita scapricciata (Rizzoli). Conduce Antonio Fiore. Alla stessa ora, nella Corte interna del Convitto nazionale, Paolo Nori presenta Sanguina ancora, L’incredibile vita di Fedor M. Dostoevskij (Mondadori). Conduce Matteo Cavezzali. Alle 20.15, negli spazi della chiesa dell’Addolorata, incontro con Laura Pepe, autrice di La voce delle srene.
I greci e l’arte della persuasione (Laterza) e Filippo Ceccarelli. Conduce Gennaro Carillo. Sempre alle 20.15, al Museo Diocesano, appuntamento con Sara Loffredi, autrice di Fronte di scavo (Einaudi) e Diodato Pirone, autore con Marco Bentivogli di Fabbrica futuro (Egea), entrambi della cinquina dei finalisti del Premio Letteratura d’Impresa. Partecipa Antonio Ferrioli, presidente Confindustria Salerno. Conduce Antonio Calabrò. Alle 20.45 nell’atrio del Duomo, Serata stregata con i cinque finalisti del Premio Strega 2021. Introduce Stefano Petrocchi, conducono Matteo Cavezzali e Paolo Di Paolo.
Come ormai accade da molte edizioni, anche a Salerno Letteratura 2021 arrivano – grazie alla collaborazione con la Fondazione Bellonci – i cinque finalisti del più importante premio letterario italiano. A dialogare con il pubblico le scrittrici e gli scrittori che si contenderanno la vittoria l’8 luglio a Roma nel Ninfeo di Villa Giulia. Una occasione speciale per entrare in contatto con il “mondo stregato” della narrativa italiana, e con le proposte candidate al prestigioso riconoscimento letterario voluto da Maria e Goffredo Bellonci nel 1947.
Alle 21 ai Barbuti, grande attesa per Sabina Guzzanti, autrice di 2119. La disfatta dei Sapiens (Harper Collins). Conduce Luca Crovi. Dopo i successi a teatro, al cinema, alla televisione, Sabina Guzzanti esordisce come narratrice. Lo fa con un romanzo che da un lato guarda alla grande letteratura distopica classica (da 1984 a Fahrenheit 451) e dall’altro affronta temi di straordinaria modernità, quali il mutamento climatico, la concentrazione della ricchezza, la dipendenza dalla tecnologia.
Alle 21.30 all’Addolorata, ci sarà Giorgio Vallortigara, autore di Pensieri della mosca con la testa storta (Adelphi). Conduce Mario Ricciardi. Sesto titolo della meritoria collana adelphiana Animalia, il libro di Giorgio Vallortigara – neuroscienziato – sovverte il pregiudizio cartesiano e antropocentrico secondo il quale le funzioni cognitive (i ‘pensieri’) presuppongono sistemi nervosi grandi, ricchi di neuroni e complessi. Alle 22, nella Corte interna del Convitto nazionale, incontro con Emanuele Coccia, autore di Filosofia della casa (Einaudi).
Conduce Gennaro Carillo. Tutto ciò che abbiamo vissuto, che stiamo vivendo, ci ha portato ancora più a contatto con lo spazio domestico, uno spazio che possiamo subire, temere, abbellire. Comunque sia, è uno spazio di vita. Per Emanuele Coccia, uno dei nuovi e più interessanti filosofi della scena europea, è uno spazio domestico in cui rientra il concetto di felicità. Alle 22 al Museo Diocesano, appuntamento con Paolo Romano, autore di Il Castello di carta. Guida letteraria di Salerno e della sua provincia (Marlin editore). Conduce Marcello Andria.
Dalla A alla Z, 83 scrittori che in ogni epoca sono nati a Salerno, nei Comuni del territorio, vi hanno soggiornato o ne hanno scritto. Un viaggio nel tempo e nei luoghi, profili brevi e intensi come racconti, pagine in cui vita e scrittura si fondono in uno degli angoli del Sud più densi di trame. Altro grande appuntamento della seconda giornata del festival, quello in cartellone al Duomo alle 22.30 con Alessandro Baricco, autore di Quel che stavamo cercando (Feltrinelli). Conduce Paolo Di Paolo.
È possibile provare a comprendere la Pandemia come una creatura mitica? Baricco allarga il campo della riflessione e guarda dentro lo choc da un altro punto di vista, per risalire alle scelte e ai movimenti che l’hanno generato e che ci definiscono come comunità. Ne viene fuori un insieme fitto di emozioni: paura e audacia, voglia di cambiamento e nostalgia per il passato. E una fitta serie di domande che riguardano le possibilità effettive di costruire o ricostruire il mondo. Con audacia.