lunedì, Settembre 25, 2023

Masterplan – Programma integrato di Valorizzazione del Litorale Salerno Sud: “Una sfida che non si può perdere”

Valeriano Pesce dell’INU Campania intervista Osvaldo Cammarota (Operatore di coesione e sviluppo territoriale, Direttore della BRI-Banca Risorse Immateriali)

Con la condivisione del “Documento di sintesi integrata” il Partenariato socio-economico ieri ha concluso il percorso partecipativo che ha coinvolto 60 attori sociali, 31 soggetti imprenditoriali del territorio, oltre che i componenti del Tavolo di Partenariato regionale e i responsabili tecnici della Provincia di Salerno e dei Comuni che amministrano l’area interessata.
In apertura dei lavori Il Sindaco di Capaccio Franco Alfieri, coordinatore del Comitato di indirizzi del Masterplan-PIV, ha ribadito quanto dichiarato il 6 maggio insieme all’Assessore Bruno Discepolo e al Presidente del Tavolo di Partenariato regionale Bruno Cesario in occasione dell’insediamento del Partenariato locale: “Abbiamo voluto
ascoltare i rappresentanti delle forze economiche, sociali e professionali su questo importante programma di valorizzazione e sviluppo dell’intera area. C’è bisogno di mobilitare tutte le energie positive per produrre risultati concreti”.

– Lei, Cammarota, cosa può dirci di questa esperienza?

“Direi che il Partenariato locale ha risposto all’appello. Innanzitutto ha apprezzato l’idea di ragionare a scala sovracomunale, sulle criticità che limitano le potenzialità di sviluppo dell’intero sistema territoriale. La discussione svolta nei Laboratori di partecipazione ha prodotto osservazioni, suggerimenti e proposte per rafforzare ulteriormente i caratteri di sostenibilità ambientale, economica e sociale degli interventi prefigurati nel Progetto preliminare. Nel documento finale si legge che l’attrattività del luogo è la principale opportunità di sviluppo, per le imprese e le comunità. Serve innanzitutto tutelare e valorizzare i caratteri identitari che fanno di questo luogo un “pezzo di Mediterraneo” in cui si ritrova una rara concentrazione di paesaggio, storia, culture, produzioni, che lo rendono unico e, dunque, con forti opportunità di proporre un’offerta integrata dei suoi beni e servizi nelle reti globali dell’economia e della società. D’accordo, ma in qual modo? Ho rilevato che, tra le risorse identitarie, è stata segnalata una cultura di impresa che ha incorporato i principi di sostenibilità ambientale e sociale come fattori di successo. Alcune aziende del luogo, infatti, hanno raggiunto alti livelli di notorietà e competitività nella dimensione internazionale. Sono esempi dai quali tutti abbiamo da imparare per innovare e sviluppare una cultura operativa che concorra ad uno sviluppo che abbia i richiesti caratteri di sostenibilità, inclusività, resilienza e durata nel tempo.
È una sfida su cui impegnare il capitale umano del territorio; la Comunità amministrativa, la Comunità operosa e la Comunità di cura, le energie sociali diffuse e, in particolare le intelligenze delle nuove generazioni che, diversamente, emigrano verso territori più dinamici e accoglienti”.

Basterà questo?

“Nel documento di sintesi non mancano suggerimenti per rafforzare e innovare il sistema amministrativo a scala intercomunale. La preoccupazione principale è di dover reggere un processo di attuazione che si profila denso di complessi adempimenti, inediti per la dimensione sovracomunale di intervento. Altro tema trattato è l’esigenza di pianificare uno sviluppo più armonico, equilibrato e connesso, non solo all’interno del sistema territoriale, ma anche nelle relazioni con analoghe esperienze confinanti, territori in cui sono depositate risorse complementari altrettanto competitive. La chiave di successo è nell’uso razionale delle risorse finanziarie e del patrimonio pubblico in generale, di tutto quanto può essere riconvertito e valorizzato senza consumare suolo. Questo è uno dei 2 suggerimenti più ampiamente condivisi, nella consapevolezza che il Masterplan-PIV è un piano-programma-processo che ha bisogno di capacità attuative affidabili nel tempo. Si ripropone la strategia di tipo sistemico-evolutiva sperimentata per il “Miglio d’Oro” negli anni ’90? In questo campo nulla è replicabile meccanicamente. Ogni ambito della regione ha le sue peculiari risorse e connessi problemi da risolvere. Non ho dubbi che quell’approccio culturale sia il più adatto per promuovere sviluppo territoriale nella società densa e complessa del nostro tempo, ma è una ricerca continua. In questo contesto ne ho avuto conferma. Devo ringraziare gli attori locali che hanno dato un ulteriore contributo a questa ricerca che mi appassiona da anni. E devo ringraziare il gruppo di lavoro che ha sopportato il mio coordinamento: Mauro Vincenti, Donato Cerone, Immafederica Refuto, Mattia Coppola, Gilda Marigliano, Annarita De Blasio, Antonella Giardino, Elena
Bonavolontà e Paola Mangone. Senza l’armonica combinazione delle loro professionalità non avremmo mai potuto svolgere questo lavoro nei tempi ristretti che ci sono stati dati”.

Ma, oltre queste cose che molti potrebbero considerare “chiacchiere”, il partenariato ha prodotto qualcosa di concreto?

“Un amato filosofo del nostro tempo (Masullo) sosteneva che non c’è nulla più concreto del pensiero, perché esso orienta l’azione. Mi permetto di aggiungere che, quando un pensiero è condiviso ha maggiore forza per essere tradotto in realtà.
Il Partenariato, per rappresentare emblematicamente i vantaggi che possono derivare dall’approccio sistemico-evolutivo, ha prodotto la traccia di un’idea-progetto che riguarda il possibile utilizzo della rete dei nove ex tabacchifici come “luoghi fisici” in cui organizzare, innovare, promuovere, sviluppare e proporre in chiave moderna al resto del mondo i valori identitari del territorio; la sfida che si legge nel documento finale è di produrre ricchezza e benefici sociali commisurati alla grandezza del patrimonio di cui si dispone. È una sfida che non si può perdere. Alcuni soggetti partecipanti si sono dichiarati propensi ad assumere questa sfida; alcuni giovani Amministratori locali si sono detti disposti ad accompagnarli. È il risultato più ambito che si poteva raggiungere nelle poche settimane di “dialogo sociale” che si è potuto intrecciare. L’auspicio è che prosegua verso i magnifici e progressivi orizzonti che il territorio merita”.


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