lunedì, Giugno 5, 2023

Eboli. Il killer di Maria Ricci potrebbe essere liberato: annullata l’ordinanza di rigetto dell’istanza di differimento pena

Eboli. Il killer di Maria Ricci potrebbe essere liberato: annullata l’ordinanza di rigetto dell’istanza di differimento pena
La Corte di Cassazione riapre la possibilità di scarcerazione per Mario De Pasquale, condannato per l’omicidio di Maria Ricci nel 2012. Nell’ambito del caso di cronaca nera che ha scosso la città di Eboli, una recente decisione della Corte di Cassazione potrebbe portare alla liberazione di Mario De Pasquale, condannato a 25 anni di reclusione per l’omicidio di Maria Ricci, conosciuta come ‘A Napulitana e il tentato omicidio del marito Giovanni Caiafa. La Prima sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza emessa dal giudice del Tribunale di sorveglianza di Firenze, che aveva precedentemente rigettato l’istanza di differimento pena avanzata da De Pasquale, assistito dall’avvocato Giuseppe Russo.
De Pasquale, un 38enne originario di Eboli, è attualmente detenuto nel carcere di Volterra, ma la sua salute si è aggravata nel corso degli anni. L’avvocato Russo, nel ricorso presentato alla Corte Suprema, ha sottolineato come la condizione di salute di De Pasquale abbia compromesso gravemente il suo equilibrio mentale e deturpato il suo volto. Nonostante le ragioni cliniche sollevate nel ricorso, il Tribunale di sorveglianza di Firenze aveva minimizzato l’importanza della situazione medica di De Pasquale e respinto l’istanza di differimento pena lo scorso ottobre. L’annullamento dell’ordinanza da parte della Corte di Cassazione ha riaperto la possibilità che De Pasquale possa ottenere la liberazione anticipata. Tuttavia, la decisione finale spetta ancora al Tribunale di sorveglianza, che dovrà riesaminare il caso tenendo conto della nuova pronuncia della Corte di Cassazione. Intanto, a undici anni dal terribile omicidio di Maria Ricci, la comunità di Eboli rimane divisa sul destino di Mario De Pasquale, mentre l’avvocato Russo si batte per garantire al suo assistito una dignitosa qualità di vita considerata la grave malattia che lo affligge.

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