Cosimo Panico torna alla carica, dopo l’esposto depositato il 16 agosto scorso alla Procura di Salerno ieri ha trasmesso il fascicolo dell’Impianto di trigenerazione a palazzo di Città alla Procura della Corte dei Conti.
Il presidente del Comitato Civico e Ambientale ha chiesto prima alla magistratura inquirente di accertare se l’iter dei lavori d’installazione della centrale di trigenerazione nella sede municipale di via Italia abbia violato le leggi penali (fatti amministrativi risalenti all’Amministrazione del 2009).
Adesso Panico chiede alla Corte dei Conti di accertare anche se c’è stato un danno erariale e di perseguire i responsabili, poiché a suo dire hanno procurato non pochi danni economici alle casse comunali.
La centrale di trigenerazione, mai messa in funzione, avrebbe dovuto garantire agli uffici comunali il caldo d’inverno e il fresco d’estate.
Secondo Panico la variante al progetto dell’impianto di trigenerazione, fatta con una delibera della Giunta Comunale n. 197 del 13.11.2009, “è chiaramente illegittima ed avrebbe determinato un danno erariale di circa 5 milioni di euro”.
“La delibera – scrive negli esposti Cosimo Panico – venne adottata applicando falsamente l’art. 132, comma l, lettera b), del decreto legislativo n. 163/2006.
L’art. 132, comma l, lettera b) del decreto legislativo n. 163/2006 prevedeva che potevano essere adottate varianti alle opere pubbliche per cause impreviste e imprevedibili accertate nei modi stabiliti dal regolamento, o per l’intervenuta possibilità di utilizzare materiali, componenti e tecnologie non esistenti al momento della progettazione che possono determinare, senza aumento di costo, significativi miglioramenti nella qualità dell’opera o di sue parti e sempre che non alterino l’impostazione progettuale”.
Cosimo Panico, del Comitato Civico e Ambientale, fa rilevare alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti che il costo dei lavori è passato da € 3.783.790,94 a € 4.819.206,01 ed inoltre – sempre a suo dire – è stata violata la normativa sulla gestione dei contratti di appalto delle opere pubbliche.
“I contratti di opere pubbliche – sostiene Panico – hanno sempre previsto che il committente, al momento del pagamento degli Stati di Avanzamento Lavori, trattenga all’appaltatore un certo importo percentuale a titolo di “ritenuta a garanzia” per tutelarsi rispetto alla corretta esecuzione dell’ adempimento degli obblighi previdenziali e assistenziali previsti dal CCNL a carico dell’appaltatore e/o da corretta esecuzione dell’opera da parte di quest’ultimo.
Stranamente, relativamente ai lavori di completamento della Casa Comunale di Battipaglia – continua l’esponente del Comitato Civico e Ambientale – dopo la cessazione dei rapporti, è il Comune a vantare un grosso credito di € 814.608,09 nei confronti della ditta esecutrice dei lavori.
Il suddetto credito – continua Panico – risulta dalla lettera del Comune di Battipaglia prot. n. 78023 del 07.11.2017. Nella suddetta lettera è scritto che “è in corso procedura legale … ai fini del recupero delle penalità applicate dal D.L. nello stato finale dei lavori ammontanti ad € 814. 608, 09”.
Dal citato stato finale risulta che alla ditta è stato corrisposto complessivamente l’importo di € 4.641.128,22, a fronte di un appalto di € 4.819.206,01, senza che sia stata effettuale alcuna trattenuta a garanzia.
Dallo stato finale, inoltre, risulta che il credito del Comune di € 814.608,09 non deriva da penalità applicate dal Direttore dei Lavori, ma da opere non eseguite e pagate.
La suddetta somma è così distinta: per mancata messa in funzione cogeneratore € 482.345,81; per mancata messa in funzione assorbitore € 251.509,04K; per mancato completamento torre evaporativa € 23.216,22; per incompletezza collegamenti idraulici cogeneratore € 8.105,81; per incompletezza collegamenti idraulici assorbitore € 8.778,33; per mancata applicazione sacchetti REI su cavedio € 557,69; per mancata ripulitura del cortile € 2.421,94; per mancanza certificato di omologazione serrande tagliafuoco € € 25.040,59; per mancata presentazione as-built € 12.896,84.
Appare chiaro che l’adozione della variante con delibera della Giunta Comunale n. 197 del 13.11.2009 ha portato solamente vantaggi all’appaltatore e danni al Comune di Battipaglia, che non ha nemmeno gestito l’appalto secondo le regole.
La ditta esecutrice dei lavori è stata – si legge nelle conclusioni degli esposti alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti di Cosimo Panico -, colpita da interdittiva antimafia ed oggetto di un giudizio penale per camorra, come riportato dalla stampa”.