Battipaglia. Nella mattinata di oggi, le fiamme gialle del Comando Provinciale di Salerno hanno dato esecuzione ad un provvedimento emesso dal Tribunale di Salerno di sequestro preventivo, nella forma diretta e per equivalente, per un valore pari a circa 43 milioni di euro. Le indagini sono state condotte congiuntamente dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Salerno, con a capo il Colennello Claudio Molinari e dai finanzieri del capitano Agostino Fasulo della Compagnia di Battipaglia. Le indagini sono state svolte sulla base di analisi mirate al gruppo di società riconducibili a Giovanni Attanasio. L’imprenditore che operava principalmente nei servizi di pulizia, facchinaggio e logistica, si sarebbe avvalso di una serie di cooperative da cui avrebbe ricevuto, dal 2013 al 2019, fatture per operazioni inesistenti per circa 175 Milioni di euro. In tale ambito, era stato già eseguito, lo scorso 13 dicembre, il provvedimento di accoglimento parziale emesso dal Gip alla sede per un importo complessivo di 34 milioni di euro, per i reati tributari di dichiarazione infedele ai fini delle imposte sui redditi ed I.V.A., omessa dichiarazione, omesso versamento delle ritenute e dell’imposta sul valore aggiunto nei confronti delle Cooperative, non ritenendo, invece, sussistenti le ipotesi di false fatturazioni nei rapporti intercorrenti tra al “Natana. Doc S.p.a.” e le Cooperative. A seguito dell’impugnazione del provvedimento di rigetto, il Tribunale del Riesame, con la richiamata ordinanza, ha condiviso quasi interamente, ovviamente allo stato delle investigazioni che vertono ancora in fase di indagini preliminari, l’originario impianto accusatorio della Procura di Salerno, secondo cui gli indagati avrebbero conseguito un illecito profitto attraverso un duplice schema evasivo, trasformando così li costo del lavoro, come tale non sottoponibile ad I.V.A., in prestazione di servizi. In un caso, si contesta, le società cooperative assumevano direttamente l’incarico dal committente, utilizzando forza lavoro della “Natana.Doc S.p.a.”, consentendo a quest’ultima di avvantaggiarsi dell’interposizione di soggetti che, a breve distanza temporale, cessavano la loro attività, senza assolvere i previsti obblighi dichiarativi. In altri casi, invece, la suddetta società, ottenuto l’appalto di servizio dal committente finale, lo avrebbe sub-appaltato alle cooperative, utilizzando forza lavoro posta alle sue dirette dipendenze, ma facendo risultare cartolarmente una prestazione di servizi soggetta ad I.V.A. fornita dal subappaltatore. La forza lavoro sarebbe rimasta, quindi, sempre riconducibile ala “Natana.Doc S.p.a.” che, in base allo schema utilizzato, sarebbe stata, parte occulta dell’appalto stipulato tra cooperative e committente ovvero avrebbe assunto l’appalto per poi sub-appaltare fittiziamente la prestazione alle cooperative. I descritti meccanismi fraudolenti avrebbero consentito di ottenere, oltre che un indebito risparmio fiscale, un vantaggio concorrenziale sul mercato, permettendo di applicare prezzi inferiori a quelli praticati da imprese operanti nel medesimo settore. Tali condotte, secondo la pronuncia del Tribunale del Riesame, in attesa di giudizio definitivo in dibattimento, configurerebbero i reati di dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture false e mediante altri artifici. All’esito dell’intera attività, dunque, è stato disposto il sequestro per una somma complessiva di circa 7 milioni di euro. Contestualmente, oltre alla misura cautelare reale, sono stati disposti gli arresti domiciliari a carico di Giovanni Attanasio. L’efficacia del provvedimento è tuttavia subordinata all’eventuale conferma da parte della Corte di Cassazione del provvedimento del Tribunale per il riesame ovvero alla perenzione dei termini per proporre ricorso conferma da parte della Corte di Cassazione del provvedimento del Tribunale per il riesame ovvero alla perenzione dei termini per proporre ricorso.