Bellizzi. Una donna di 41anni tenta di lanciarsi sotto un treno, la salva un “angelo custode”. E’ successo alla stazione ferroviaria di Bellizzi lo scorso lunedì. Tutto, per fortuna, si è risolto in pochi minuti grazie a Vincenzo Angiolino (nella foto). 52 enne, residente a Capaccio ed impiegato in una azienda di Bellizzi.
Vincenzo ha da poco finito il suo turno di lavoro. Alle 17 e 25 è sui binari per fare ritorno a casa. C’è un gruppetto di donne che parlano tra di loro ed un’altra invece è sola sul marciapiede opposto, lontano da tutte.
Questo lo scenario di una triste storia finita bene.
Il racconto di Vincenzo.
<<Appena sono arrivato in stazione ho notato questa donna, che da sola passeggiava avanti e indietro, in attesa del treno. La mia attenzione è caduta subito su di lei perché calzava delle grosse ciabatte di un colore giallo sgargiante ed indossava un abbigliamento da casa.
Mi sono seduto su una panchina di fronte a lei e ho iniziato a leggere dei messaggi sul telefonino. Dopo qualche minuto è squillata la campanellina d’avviso dell’arrivo del treno proveniente da Battipaglia per Salerno.
Contemporaneamente ho scorto che la donna si era liberata della borsetta che portava a tracollo, lanciandola sul binario, sporgendosi pericolosamente oltre la linea gialla tracciata a terra.
Dava l’impressione – racconta Vincenzo – di volersi preparare a fare un tuffo, come si fa quando si va in piscina.
A questo punto, mi sono alzato e mi sono rivolto a lei a voce alta, esclamando: signora cosa sta facendo, si faccia indietro, per favore, sta arrivando il treno ed è pericoloso. La donna guardandomi e senza parlare mi faceva con il dito della mano più volte il gesto del silenzio. Ha continuato a guardare verso Battipaglia, restando ferma su quella posizione, nell’attesa che arrivasse il treno, ormai nelle vicinanze della stazione di Bellizzi.
Allora, non ho avuto più dubbi, ho capito le sue intenzioni. Ho sentito la vicinanza del convoglio e mi sono letteralmente lanciato su di lei, scavalcando prima i binari e dopo averla afferrata l’ho messa in sicurezza, aspettando il passaggio del treno>>.
Alla scena hanno assistito attonite le persone in stazione, che dopo essersi rese conto di ciò che stava accadendo si sono avvicinate. Vincenzo ha chiesto di chiamare i Carabinieri, che in pochi minuti sono giunti e solo allora ha lasciato A.G. (queste le iniziali della donna di Montecorvino Rovella).
Vincenzo Angiolino, al telefono ci ha riferito di non sentirsi assolutamente un eroe, ma di aver fatto una buona cosa. Non ha nascosto di aver avuto paura e nell’intervenire ha pensato a sua figlia.
La prontezza e il coraggio di Vincenzo hanno evitato lo morte sicura di una mamma (in preda alla depressione) e un dolore indelebile per i figli.